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Accanto ai call center che chiudono ce ne sono altri che invece si espandono. Infocontact seleziona 200 giovani attraverso il centro per l'impiego di Lamezia Terme. «Da quando abbiamo tolto la barriera di vetro - dice il funzionario Vincenzo Canonaco - e creato un open space, il grande salone al piano terra si riempie ogni giorno: stranieri, donne, padri 50enni licenziati in tronco, giovani neolaureati che non vorrebbero abbandonare la propria terra». «Alcuni si confidano, vengono tutti i giorni o quasi - aggiunge la direttrice Angelina Astorino - e poi ci sono le mamme che cercano un posto per i figli». Ad Angelina viene da ridere: «Io chiedo sempre "Ma vostro figlio dov'è?" e la madre di turno risponde che è a casa a dormire, «perché, sa, ieri sera è uscito e ha fatto tardi».
In tanti qui cercano di accumulare mesi sul "libretto" della disoccupazione per arrivare a quota 24. Un numerino magico che moltiplica le poche chance di trovare un'azienda disposta ad assumere visto che la Calabria, come le altre regioni Obiettivo 1, taglia il costo del lavoro alle imprese che reclutano disoccupati di lunga durata. È un traguardo anche per Antonio Stella, 33 anni, tecnico ortopedico, che sta aggiornando la sua scheda. «Ho lavorato per anni in Puglia - racconta - e da poco sono rientrato per questioni familiari: ho provato a mettermi in proprio, ma non ce l'ho fatta. Ora cerco come dipendente».
Numeri da record
Essere autonomi, trovare sempre più stimoli, coltivare nuovi interessi: la filosofia che gli operatori si impegnano a trasmettere è la stessa anche nel centro per l'impiego di viale Jenner, nel cuore di Milano, un melting pot di razze, età e ceti sociali. E qui sono i numeri a parlare: 36mila utenti nel 2009, 12mila in più rispetto al 2008, oltre 24mila dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (+76%), 20mila colloqui (+38%), 4.445 iscrizioni alle liste di mobilità (+94%). «Gli effetti negativi della crisi faranno registrare anche per il 2010 sofferenza occupazionale – commenta Paolo Del Nero, assessore al lavoro della Provincia di Milano –:nei primi tre mesi di quest'anno le dichiarazioni di disponibilità al lavoro sono state oltre 17mila, rispetto alle circa 14.600 dello stesso periodo del 2009. Dalla crisi usciremo con un diverso sistema produttivo e quindi con un nuovo mercato del lavoro: come Provincia stiamo lavorando sull'offerta di attività di formazione per riqualificare le competenze di coloro che devono rientrare».
Per fronteggiare l'emergenza sono partiti anche nuovi servizi, tra cui l'Antenna-Città dei mestieri, dove da novembre 2009, un team composto da Tiziana Alberti, Federica Bottini e Anna Napoletano si prodiga ogni giorno per aiutare i più spaesati. Gli annunci sono pochi, fa impressione sfogliare il catalogo degli operai e trovare appena cinque vacancy. Nella sezione impiegati ecco un'offerta per una segretaria, un'altra per un impiegato notarile, un'altra ancora per un attuario, tutti con esperienza. Solo i venditori sembrano non conoscere crisi, a giudicare dagli annunci sempre copiosi. A consultare sono giovani e anziani, italiani e stranieri, mamme con passeggini e figli piccoli attaccati alla gonna.
Sul bancone dell'Antenna, uno a fianco all'altro, i depliant con l'elenco dei servizi offerti in tante lingue diverse. «Molti stranieri arrivano qua senza niente in mano e non conoscono l'italiano - racconta Tiziana -: per aiutarli abbiamo fatto tradurre in arabo da un utente del centro per l'impiego l'indicazione esatta dell'ufficio del comune che aiuta gli stranieri a compilare il curriculum». E ora, Abdelfattah Hakimi, marocchino di 29 anni, sta correggendo alcuni errori. È disoccupato dal 2008, una delle tante "vittime" della crisi dell'edilizia. «Sono arrivato in Italia 16 anni fa: ho iniziato come ortolano al mercato». Poi una girandola di mestieri: camionista, operaio, muratore, addetto al carico e scarico delle merci. «Ogni giorno invio una decina di cv, ma mai una risposta».
Stessa sorte anche per Mauro Ballabio, idraulico 50enne, in mobilità da più di un anno, dopo che la piccola impresa edile dove lavorava ha chiuso i battenti. Mauro è timido, parla a fatica: «Ho iniziato a 15 anni come apprendista, mi alzavo alle 6 del mattino per andare in cantiere». Ora sembra spaesato più di tutti: la sua barriera non è la lingua come per tanti stranieri, ma l'uso del pc. Ha un vecchio curriculum da aggiornare, ma non sa utilizzare programmi di videoscrittura, internet per lui è una chimera. La bacheca è piena di annunci stampati dal web per le persone come lui. Sono le operatrici ad aiutarlo a fare ordine tra qualifiche ed esperienze professionali e a stampargli un po' di offerte di lavoro. Anche per la 51enne Giulia l'ostacolo da superare è la tecnologia che avanza e sta rendendo obsoleto il suo lavoro di stampatrice di manuali. È l'unica dipendente di una piccola società a un passo dalla crisi, perché «ormai tutto si stampa dal digitale, una tecnica che non conosco e che vorrei imparare». Per questo è venuta qui, a cercare corsi finanziati dalla provincia, «perché temo di essere licenziata a breve e non voglio trovarmi spiazzata su un mercato che non ha più bisogno di me». Lo spirito giusto è questo: prepararsi al cambiamento, senza fare drammi, ma avere il coraggio di rimettersi in gioco.
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